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L'epistolario inedito (1939-1956) tra Salvatore Satta e Piero Calamandrei documenta, nell'intenso rapporto di «comunanza di idee, di sentimenti, di disperate speranze» tra i due grandi giuristi-scrittori, le fasi dell'elaborazione dei romanzi di Satta, a partire dal «De Profundis», del quale un primo estratto fu pubblicato proprio su «Il Ponte». Le lettere documentano anche la temperie politica e culturale del primo decennio dell'Italia repubblicana, della quale Calamandrei fu autorevole, critico protagonista e Satta distaccato, ma fine osservatore, anche per quanto concerne le controverse questioni della morte della patria e della continuità - rottura tra Regime fascista e Italia repubblicana. Illuminano, inoltre, la genesi lontana del suo grande romanzo postumo, «Il giorno del giudizio» e il suo profondo legame con la Sardegna di cui è originale espressione il saggio «Spirito religioso dei Sardi», pubblicato nel numero unico che, nel 1951, «Il Ponte» dedicò alla Sardegna. L'epistolario è integrato da lettere inedite di interlocutori di Satta, giuristi, letterati e politici (Albanese, Capograssi, Tumiati, Moretti, Bacchelli, Cesarini Sforza, Cossiga, Monni, Segni) e da due suoi inediti: uno scritto giuridico del 1950 e un saggio su Oscar Wilde. Introducono e contestualizzano la ricca documentazione inedita due densi saggi di Angela Guiso e Carlo Felice Casula, curatori del libro, dal punto di vista critico- letterario e storico-politico-giuridico.